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Conclusioni
Non è in alcun modo possibile chiudere questo lavoro con la parola “fine”, poiché equivarrebbe a considerare compiuta ed ultimata l’opera di ricerca e di conseguente studio dei documenti lapidei. Lo stesso Theodor Mommsen sapeva perfettamente che, una volta realizzato il suo Corpus e morto lui, molti altri intellettuali avrebbero continuato sulla strada del recupero e della conservazione delle iscrizioni antiche. I soci del locale Archeoclub, da sempre pronti ad effettuare e a segnalare nuovi ritrovamenti, ne sono un lodevole esempio; coloro che mi hanno preceduto compilando tesi e pubblicazioni inerenti all’argomento ne costituiscono il naturale prolungamento; gli innumerevoli appassionati che hanno dedicato gran parte della loro vita a raccogliere e a donare ai musei i reperti rinvenuti ne rappresentano l’indispensabile coronamento. Io ho cercato di apportare un contributo che fosse insieme il compendio di quanto è stato finora trattato in materia ed il presupposto per rafforzare l’interesse nei confronti dell’archeologia in senso lato, comprendente indistintamente tutte le discipline, dalla storia romana all’epigrafia, dalla numismatica alla papirologia, etc. Mi auguro, insomma, che non si spenga mai l’entusiasmo per il passato e le sue memorie, che non si esaurisca la fame di cultura classica e che campagne di scavo degne della millenaria importanza di Cupra Marittima vengano presto intraprese al fine di accrescere un patrimonio già ragguardevole. I tempi sono propizi, le aspettative molteplici, gli entusiasmi giustificati: manca forse una volontà costruttiva, risoluta, decisa, che determini un radicale cambiamento e restituisca ai presenti prima, ai posteri poi le vestigia dissepolte di una storia aurea ma sovente negletta.
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