Simona Antolini
|
Introduzione
Nel maggio del 2008, nel corso di un colloquio tenutosi a Roma, il Professor Lidio Gasperini mi suggeriva di riflettere sulla presenza del greco nella documentazione epigrafica del Piceno e in particolare richiamava la mia attenzione sul curioso quanto singolare termine artocria di un’iscrizione cuprense nota da tempo e ritenuta perduta.
Quando Vermiglio Ricci mi ha proposto di raccogliere qualche idea sul vocabolo e sull’iscrizione, che da alcuni appunti presi da Gioia Conta nell’Archivio della Soprintendenza archeologica delle Marche e generosamente lasciati all’Archeoclub di Cupra Marittima risultava donata al Museo Nazionale di Ancona ed ivi conservata, mi è tornato in mente lo spunto del Gasperini e accettare l’invito degli amici cuprensi per me significa anche richiamare alla memoria il Professore e non lasciar cadere nel vuoto una delle sue numerose intuizioni.
A lui, che seppe trasmettere ai suoi allievi l’amore per l’antichità e la passione per il territorio, mi sia consentito di dedicare questa minuzia epigrafica. Un pensiero, inoltre, non può non andare a Maria Elisa De Simone, che per prima raccolse in una tesi di Laurea discussa nell’anno accademico 1971-1972 con il Gasperini stesso le iscrizioni della sua Cupra Maritima.
|