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STORIA DI CUPRA MARITTIMA
A coloro che amano Cupra,
curiosi e orgogliosi del suo passato,
dedichiamo una "Storia di Cupra" a puntate.
(a cura dell'ArcheoClub)
Mensile "Cupra e la Val Menocchia" Anno VII - n°3 - Marzo 1990
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INDICE
La nuova Cupra
SEMPRE RIPRESA DAL VOLUME "CUPRA" DELLO STORICO P. FAUSTINO MOSTARDI, CONTINUA LA PRESENTAZIONE DELL'EVENTO BELLICO DAL TITOLO:
“L'ultima guerra”
Il gruppo si era prefisso lo scopo precipuo di combattere il tedesco, aiutando gli alleati a cacciarlo dall'Italia. I nuclei reclutavano uomini di piena fiducia e di provato coraggio, per arruolarli nelle bande. A Cupra Marittima il Pignatti si serviva in modo particolare del Dott. Carlo Rocchi poi sindaco, di Angelo Di Pasquali, di Marcello Ciarrocchi e di Giulio Silla. Il nucleo ricercava, rimetteva in efficienza ed occultava tutte le armi e munizioni, che si potevano rinvenire nel territorio: Giulio Silla spesso trasportava materiale, nascosto in una cesta da frutta, portata in testa. Il nucleo 24° ricercava anche i prigionieri alleati, che erano riusciti a fuggire dai campi di concentrar mento; prestava loro assistenza, nascondendoli presso sicure famiglie e proteggendoli durante gli imbarchi clandestini, che per circa due mesi e mezzo ebbero luogo sulla costa adriatica dal Tronto all’Aso. Questa attività del nucleo 24°, operante in Cupra Marittima lo poneva in diretta collaborazione con gli ufficiali dell'Intelligence Service attraverso gli apparecchi radio ricetrasmittenti, le trasmissioni si effettuavano tra il campanile di S. Basso e l'Algeria. Con questa collaborazione a mezzo radio si sono effettuati il lancio di paracadutisti e lo sbarco di informatori alleati ponendo in atto il Piano Rubi.
Nell'ottobre 1943 un aereo alleato riesce a lanciare nella Val Menocchia, tra Cupra Marittima e Ripatransone, un gruppo di paracadutisti inglesi. Subito si aprirono i contatti con i partigiani del nucleo 24°, dai quali vennero incaricati di azioni di sabotaggio; guidati da partigiani e sparpagliali in diverse case di campagna, venivano fatti ospitare ed occultare. Tra questi stessi paracadutisti si era infiltrata una spia tedesca, che scoperta, veniva uccisa dal nucleo partigiano di Ripatransone.
II giorno 24 dello stesso ottobre, sulla spiaggia di Cupra Marittima venivano sbarcati due informatori del Comando Supremo Alleato. Erano il sottoten. di Finanza Gian Marino Paolini e Rosato, i quali occultati ed assistiti prestavano la loro collaborazione ai partigiani.
Non manca qualche rappresaglia da parte dei tedeschi. Così la Guardia di Finanza Bolla, per evitare i bombardamenti, aveva preso alloggio presso la cantina Lanciotti in contrada Pietà; scoperto in una perlustrazione da un tedesco ed entrato in colluttazione, lasciava il tedesco con un occhio pesto e senza pistola; mentre il Bolla fuggiva per i monti, altri tedeschi sopraggiunti volevano far saltare la casa con le bombe; ma per l'intervento di una signora, che parlava il tedesco, è stato dato intendere ai soldati germanici che il Bolla era semplicemente di passaggio e non ospite; e la casa fu risparmiata.
Tra gli alti di sabotaggio hanno fatto scalpore la costruzione di strappagomme. Questi ordigni, ideati e costruiti in Cupra Marittima da Angelo Di Pasquali, collocati sulla strada presentavano sempre, anche se buttali alla rinfusa, una lama tagliente in alto. I primi esperimenti furono fatti nel gennaio 1944 in Val d'Aso con gravissimi danni agli automezzi. Il 12 febbraio il medesimo esperimento sul ponte della Menocchia immobilizzava per molte ore una colonna di autocarri, 4 dei quali furono più danneggiati. Altri alti di sabotaggio avvenivano lungo la ferrovia da San Benedetto a Pedaso, con le interruzioni di comunicazioni e telefoniche e telegrafiche e con l’asportazione dei fili relativi. Nel giugno 1944 il generale Alexander emette l'ordine radiofonico di iniziare l'azione segreta. Il giorno 11 il nucleo del Pignoni, presso il Colle S. Andrea, attacca una lunga autocolonna tedesca; 7 macchine vengono danneggiate sotto il nutrito fuoco dei partigiani; a bordo di un autocarro si verifica uno scoppio. Numerosi tedeschi sono rimasti uccisi e feriti; e ciò è confermato anche dal maresciallo della polizia germanica di Villa Vinci, Blankenbach.
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