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STORIA DI CUPRA MARITTIMA
A coloro che amano Cupra,
curiosi e orgogliosi del suo passato,
dedichiamo una "Storia di Cupra" a puntate.
(a cura dell'ArcheoClub)
Mensile "Cupra e la Val Menocchia" Anno II - n°5 - Maggio 1985
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IL MEDIOEVO E MARANO
All'interno di Marano vi erano tre rioni: Rocca, Pischio, Valle, da cui deriverebbe lo stemma del paese (tre colli con tre torri).
Il libero Comune di Marano aveva la facoltà di promulgare leggi per la propria amministrazione, per le elezioni dei capi e per la giustizia ordinaria interna; aveva facoltà di giudicare e sentenziare su tutti i delitti ad eccezione dell'omicidio, dell'adulterio, dello spergiuro e dell'assalto per i quali si ricorreva a Fermo. Per assicurarsi piotezione e difesa, Marano doveva versare alla città di Fermo tasse governative (per es. un bue e una scrofa all'anno). Le entrate comunali provenienti dai beni terrieri di boschi e pascoli, dai monopòli castellani delle erbe e carne attorno alle mura, dagli appalti dei forni e del macello, dalle riscossioni di lasse ed imposte. Le uscite erano dovute sia per gli stipendi agli impiegati che per la manutenzione delle strade cittadine rurali, per la restaurazione delle mura, la costruzione di fontane, il mantenimento delle condutture delle acque.
Nella popolazione si distinguevano i naviganti di Marano, i pescatori di S. Andrea, pochi artigiani, molti rurali e pastori. Il lavoro non mancava. L'agricoltura si fondava quasi tutta a mezzadria e colonia. La coltivazione riguardava cereali, ortaggi, foraggi e sopratutto agrumi. Famosa, eccellente e pregiata era l'uva marana. Gli artigiani erano fondamentalmente falegnami, fabbri, carrai, muratori. Notevole importanza ebbe il porto di Marano, specialmente dopo la metà del XVII secolo, tanto che i suoi rapporti marittimi sono con Venezia, Adria, Chioggia, Ragusa, Sebenieo, Durazzo.
Uno dei più significativi monumenti sopravvissuti alle numerose vicende di Marano, è la Chiesa di Santa Maria in Castello, già esistente prima del 1200, prima parrocchia di Castel Marano. La costruzione presenta ancora lo stile romanico. L'interno conserva un baldacchino su quattro colonnine a cotto con tre archi trilobati a dentellatura diversa. Gli affreschi sotto il baldacchino, raffiguranti la Madonna col Bambino, S. Lucia e S. Caterina, sono attribuibili alla Scuola di Gentile da Fabriano. Altri affreschi molto più antichi e scarsamente leggibili, sono nell'angolo sudest, di autore ignoto di epoca romanica,
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