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STORIA DI CUPRA MARITTIMA
A coloro che amano Cupra,
curiosi e orgogliosi del suo passato,
dedichiamo una "Storia di Cupra" a puntate.
(a cura dell'ArcheoClub)
Mensile "Cupra" Anno III - n°3 - Marzo 1986
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La nuova Cupra
Merci in arrivo erano: legname da costruzione, bottaggio, carbone, catrame, oggetti di calafataggio, zolfi. Merci in partenza: vino, cereali, frutta, erbaggi. 1 bastimenti cuprensi navigavano verso tutti i porti dell'Adriatico, specialmente nel litorale orientale dall'Istria alla Dalmazia, al Montenegro. I porti più frequentati erano: Capodistria,. Fiume, Zara, Spalato, Tirana. Agli armatori delle famiglie Andrenelli e Bassotti, si aggiungono i Verdecchia e i Tirabassi.
Nel porto di Cupra Marittima risiedevano: la Delegazione di Porto della Capitaneria di Ancona, l'Ufficio di Dogana principale per la provincia di Ascoli, l'Ufficio Primario d'Ispezione di Sanità Marittima, l'Ufficio verifica Sali e Tabacchi.
Col passare degli anni il porto di Cupra Marittima diveniva inadeguato al crescente movimento. "Di rilevante importanza è il commercio dei legnami da costruzione. Gli armatori locati giustamente affermano che i viaggi sarebbero di gran lunga maggiori se le loro navi potessero qui approdare con una certa sicurezza e partire con facilità. Infatti essi, pure essendo negozianti in legnami e (rutta, sono costretti a spedire la loro merce da e per i porti austroungarici a mezzo ferrovia e piroscafi da Ancona. Altra causa del diminuito movimento di navigazione è senza dubbio la forte emigrazione per le Americhe, che si è verificala specie negli ultimi anni. Nonostante ciò, Cupra Marittima mantiene il primo posto nella provincia di Ascoli; e tra i paesi del litorale tra Ancona e Pescara occupa sicuramente il terzo posto sul movimento della navigazione".
Nel sottofondo di queste cause c'era qualcos'altro. Alla Camera dei Deputati era allo studio un progetto di legge per nuove opere portuali in tutt'Italia. Da una lettera in data 8 marzo 1903, Quintilio Galanti comunicava al sindaco di Cupra Marittima, Marcantoni, che l'on. Falconi aveva avuto petizioni da parte dei comuni di Grottammare e Porto San Giorgio per avere
propri porti. Allora i Cuprensi preparano e fanno stampare su fogli una petizione al Presidente della Camera dei Deputati; ogni Comune, già consorziato con il porto di Cupra Marittima, avrebbe firmato la petizione. Essa, dopo un richiamo alla "storia, letterature e tradizione che attestano l'esistenza in questa nostra spiaggia di un gran centro abitalo, chiamalo Cupra Marittima, con un tempio dedicato alla dea Cupra", dopo aver rilevato "dalle tavole di quei tempi che questa città distava 12 miglia dal castello di Permani a Nord e dal castello Truentino a Sud, e l'attuale abitato si trova quasi al centro della Provincia"; dopo aver attestato "che da Ancona a Pescara, Cupra ebbe sempre a mantenere il primato sulla navigazione è che in archivio esistono documenti comprovanti gli attivissimi commerci e le relazioni con le opposte rive dell'Adriatico", presentava le opportune richieste. Si chiedeva che "nel disegno di legge per le nuove opere marittime siano inclusi i porti, in esso non compresi, fra cui quello di Cupra Marittima, classificato fin dal 1886; che oltre ai 24 porti inclusi nel disegno di legge, debbano altresì essere compresi tutti quelli pei quali esistono studi, proposte concrete e previsioni di spesa della Commissione Ministeriale". Si chiedevano ancora i contributi come per altri porti e le spese di nuove opere portuali.
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