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STORIA DI CUPRA MARITTIMA
A coloro che amano Cupra,
curiosi e orgogliosi del suo passato,
dedichiamo una "Storia di Cupra" a puntate.
(a cura dell'ArcheoClub)
Mensile "Cupra" Anno I - n° 4 - Maggio 1984
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La civiltà Picena e Cupra
Nell'ambito della civiltà italica, quella dei Piceni, tutt'oggi rimane una delle civiltà più complesse, perché forse meno considerata, meno studiata,- meno ritenuta rilevante, fino a qualche decennio fa.
Eppure si assiste finalmente ad una intensissima rivalutazione, ad un recupero sorprendente che coinvolge numerose altre civiltà italiche, a riprova proprio dell'importanza notevole che i Piceni hanno nella storia della "protostoria".
Ci siamo addentrati già nella civiltà picena, nei Piceni, nell'età del ferro nel Piceno, nella cultura orientalizzante, senza aver precisato preliminarmente quanto forse è doveroso premettere. L'età del ferro, che cronologicamente dagli studiosi viene posta dal sec. XI in poi, accoglie in sé, nell'ambito di un territorio molto più ampio di quello marchigiano attuale, una civiltà che viene comunemente definita picena.
Alcuni hanno voluto precisare, in termini in verità contraddittori, l'equivalenza della "civiltà picena" con quella di "civiltà medio adriatica".
È quest'ultima un'espressione troppo generica che non lascia possibilità alcuna di puntualizzare e di definire ciò che soprattutto attraverso le testimonianze archeologiche si autodefinisce con una facies ben precisa (quando lo è) da Rimini a Pescara.
La cultura picena, al pari di altre civiltà italiche, si manifesta attraverso le numerosissime necropoli sparse nelle regioni Marche ed Abruzzo.
Attenendoci alla prima regione, registriamo, da nord a sud, le seguenti località interessate: Novilara, Monteroberto, Fabriano, Ancona, Numana, Tolentino, Macerata, Fermo, Rapagnano, Grottazzolina, Belmonte Piceno, Cupra Marittima, Offida, Acquaviva Picena, Ascoli Piceno, Amandola, S. Elpidio a Mare, Torre di Palme, etc.
Tali necropoli, nel periodo più arcaico, si presentano per la fase protovillanoviana di Pianello di Genga e per la fase villanoviana di Fermo come inceneritori e crematori. Più tardi, dal IX al IV sec. a.C, la cultura picena si manifesta compatta con necropoli ed inumazione.
In genere il materiale delle necropoli picene presenta un corredo metallico (mazze, giavellotti in ferro, elmi, morsi equini, gambali di bronzo, lance, spade, pugnali, fibule, collane, armille, anelloni a quattro o sei noduli, orecchini, pendagli, pettorali, bulle, conchiglie cypree in bronzo e naturali, amuleti, tripodi, vasi in bronzo, ciste figurate con rilievi animali, dischi traforati, carri da guerra o bighe, ruote di carri, ecc.).
Indubbiamente si deve ricavare da ciò che una lavorazione di tali oggetti avvenisse in proprio, con un'industria dei metalli che vedeva l'ubicazione di forni e fornaci anche per ceramica in "canaloni" tipici di alcune valli torrentizie, tipiche nel sud della provincia di Ascoli Piceno. Esisteva anche la possibilità di "innestare" su alcuni di questi oggetti metallici degli opere li di molluschi e pinze di granchi, dei denti di cinghiale usati come pendenti, dei globetti di pasta vitrea, dei nuclei di ambra forati e lavorati da adattarsi anche sugli archi delle fibule.
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