Angelo Doneda
|
... (Le parole) ... [la barca, Dino, Alberto, ...]
Vicino ad Antonia abitava un anziano di cui non ricordo il nome,
che custodiva in una rimessa una bella barca a due remi immortalata
in alcune fotografie nelle quali appare anche Mario Bucci, amico carissimo.
Infatti, dopo aver ben soppesato la sua decisione, il proprietario
accolse per alcuni anni la nostra richiesta di noleggiarla. Annoto che
avemmo sempre cura di trattarla bene. Era troppo importante goderne
l’uso.
Prima, si usava un pattino.
Andando con ordine nel riportare i ricordi, devo far presente che fu
una vecchia Kodak a soffietto che ci permise di fare amicizia con Dino
(Sigismondo) Taffetani, il fotografo di Cupra, e di seguito con i suoi
fratelli Alberto e Umberto; dal primo si andava a far stampare le fotografie
scattate con grande parsimonia; con gli altri si era fatto amicizia
per via del pattino che nei tempi più antichi ci veniva da loro dato in
uso. Era un pattino speciale, non ben curato, con un galleggiante ormai
non più perfettamente sigillato che, imbarcando acqua, si sbilanciava
e rendeva difficile il governarlo. La cosa non ci importava granché;
quel che contava, era il poterlo usare per i bagni oltre la secca.
Questa mi permette di ricordare che la spiaggia era una lingua di grossi
ciottoli profonda solo pochi metri che si sviluppava fra la strada e le
onde e che calava in acqua molto rapidamente; la sabbia la si trovava a
sud della Sirenella, verso Grottammare o, appunto, a formare la secca
a una quarantina di metri dalla riva. Nei momenti in cui la bassa marea
era più accentuata, quasi affiorava, rendendo impossibile il superarla
con la barca.
|