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Storia di Cupra Marittima
STORIA DI CUPRA MARITTIMA
A coloro che amano Cupra, curiosi e orgogliosi del suo passato,
dedichiamo una "Storia di Cupra" a puntate.
(a cura dell'ArcheoClub)
Mensile "Cupra" Anno III - n°10 - Ottobre 1986     Download (.pdf)
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La nuova Cupra

Le musiche tuonano la marcia reale
la lapide patriottica è scoperta tra gli applausi di tutto il popolo:

QUI DEPOSERO LE ARMI 800 MERCENARI DELLA TEOCRAZIA FUGGENTI DALLA PUGNA DI CASTELFIDARDO IL GIORNO XX SETTEMBRE 1860 ALLA INTIMAZIONE DI POCHI CUPRENSI E DEI SOPRAGGIUNTI CACCIATORI DEL TRONTO

Parla a nome del Municipio l'Assessore Sig. Travaglini dicendo esser quella di oggi festa patriottica, festa di progresso e di fratellanza. Saluta gli intervenuti, i Sodalizi e gli operai! Ricorda con bel pensiero che dove furono disarmati ottocento pontifici, oggi ricorrendo lo Statuto - simbolo dell'unità italiana - sorge la fontana segno di civiltà progredita. Il breve ma indovinato discorso del Travaglini è ricoperto da applausi. Parla poi applauditissimo il Cav. Cesare Paielli rifacendo a grandi tratti la storia della grande epoca del nostro patrio risorgimento. Riscuote una vera ovazione quando rievoca la memoria degli illustri patrioti cuprensi Cav. Possenti, Abbondini, Acciarri. Da ultimo tuona la voce dell'egregio Tormenti di Grottammare, esortante i giovani alunni delle scuole elementari a ricordarsi di quella festa patriótica che ricorda la vita dei padri loro, le sofferenze del passato, le glorie della libertà. Gli adunati molti vanno dal Sindaco ad un rinfresco - altri si dividono e le musiche percorrono le vie del paese suonando scelte melodie. Alla corsa dei velocipedi alla quale prendono parte quattro Sambenedettesi, vince la bandiera il Conte Neroni. Intanto tutti gli edifici si vanno illuminando fantasticamente - in piazza V. E. suona la banda di Grottammare. Sotto i portici è imbandita la cena sociale. La regina del convito è la "Dea" Allegria, cui sorride PapeSatan d'Ascoli, giunto all'ultim'ora!... Viene la fiumana dei brindisi - si leggono telegrammi di auguri e di saluti dei Sigg. March. Filippo Trevisani di Porto S. Giorgio e di Augusto Angelini-Marinucci. Il Cav. Paielli pronuncia un altro discorsetto patriótico - avviene una specie di sommossa cortese, tutti vogliono sentire Tommaso Stipa, il "Pape Satan" dell'Avvenire, il Pape Satan, già morto e risorto, - e finalmente con parola veramente diabolica esordisce... col vino, col mare,passa alle industrie, ai commerci, che hanno vita dal mare, dal lavoro, che sono la sicurezza della patria, e da cui rifuggono i titolati fannulloni. Accenna di volo al completamento d'Italia, all'episodio registrato sulla lapide e beve alla salute dei gentili Cuprensi che vede, con orgoglio, riuniti in ogni ceto, di ogni ordine e di ogni classe, in così geniale simposio. Gli evviva prorompono come bufera e ricacciano il ribelle Satana nelle più profonde e fiammeggianti grame dell'inferno. La festa si chiude con una lanciata interminabile di palloni e con un ben nutrito e variopinto fuoco artificiale del Tombolini di Fermo. A mezzanotte la piazza è ancor animata di popolo e belle popolane in graziose coppie e comitive. L'Assessore Marco Marcantoni promotore fortunato della festa, va ancora dispensando vino agli ultimi nottamboli e ritardatari. La festa riuscì senza incidenti in mezzo alla più bella allegria. Meglio così.
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