Angelo Doneda
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... (Le parole) [mario bucci]
Vorrei ora concludere questi miei ricordi, con un paio di quelli che riguardano
Mario Bucci. Solo due, perché lui non è parte del paesaggio.
È un amico a me molto caro che merita ben altra attenzione.
Ne “Il Castello di S. Andrea”, e precisamente nel capitolo deliziosamente
intitolato “Il sacco a pelo”, Mario parla di Liana, una ragazza da lui
ospitata nella casa del nonno. Senza entrare nel merito della sua avventura
il cui racconto va lasciato doverosamente a lui solo, posso aggiungere
che Liana la mattina dopo il suo arrivo fu ospite della barca
alla quale ho già fatto cenno. Si fece il bagno al largo, lei compresa. Fin
qui tutto bene. Quando però fu il momento di risalire sulla barca, Liana
non riusciva a scavalcare il bordo dell’imbarcazione.
Lei, quella mattina, non indossava il bikini “di una stoffa trattato a finta
pelle di leopardo” di cui parla Mario Bucci ma un casalingo bikini di
normalissima lana. Mario, cercò di aiutarla a salire e nella foga, finì con
lo sfilarle un seno dal costume fra le proteste dell’interessata e
l’imbarazzo di tutti quanti. Allora, nel trovarsi in simili circostanze, usava
così.
Un altro ricordo che mi sembra giustifichi l’amore di Mario per il Castello
di S. Andrea, riguarda le nostre gite verso la pineta che allora nascondeva
parzialmente il Castello. Vi si andava di frequente in numerosa
compagnia per farvi merenda. Della compagnia faceva parte una
ragazza romana, Gigliola. Era carina e per lei Mario si era preso una
bella “cotta”. La fanciulla sapeva fare i capricci. Ci dispiaceva per Mario
che soffriva le sue pene per accontentarla nelle frequenti bizze, ma nel
contempo ci si divertiva, crudelmente, nel vederlo affannarsi per accontentarla
senza rendersi conto che lei lo aveva schiavizzato.
Per fortuna tutto passa e le pene d’amore il tempo le lenisce ….
Angelo Doneda
Cupra, 15 luglio 2010
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